Come rimuovere dall’auto i segni della grandine

Le grandinate sono uno degli eventi meteorologici più temuti dagli automobilisti di tutto il mondo, i quali sono quasi sempre terrorizzati dagli effetti che i grossi cocci di ghiaccio che cadono dal cielo possono lasciare sulle carrozzerie delle loro autovetture.

I cocci di grandine, infatti, possono raggiungere dimensioni assolutamente ragguardevoli che spesso sono assimilabili a quelle di frutti medio-piccoli come una pesca, un’albicocca o un mandarino. L’intensità delle precipitazioni, inoltre, rappresenta un’altra variabile non da poco, in quanto la velocità di impatto della grandine sulla carrozzeria di un’automobile può essere causa di ingenti danni.

Fari auto.

Esistono dei professionisti specializzati per rimuovere dei segni della grandine?

Le figure professionali più adatte ad occuparsi di ripristinare la carrozzeria di un’automobile che è stata colpita in maniera evidente dalla grandine sono i cosiddetti ‘’levabolli’’. I levabolliutilizzano tutta la loro maestria, unita all’impiego di alcuni utensili creati ad hoc, per riportare in condizioni da vetrina anche le vetture più marcatamente segnate da una grandinata.

Gli strumenti del levabolli (www.silux-auto.it) sfruttano spesso un sistema di leve per annullare l’ammaccatura intervenendo sull’interno dei lamierati. Per far ciò, spesso, tale manovra è accompagnata dal riscaldamento della superficie della carrozzeria tramite un apposito phon di tipo professionale: con questo accorgimento, infatti, la carrozzeria diventa più malleabile e, di conseguenza, le operazioni di ripristino della stessa divengono più agevoli, efficaci e rapide.

Dopo l’intervento del levabolliè necessario riverniciare la carrozzeria?

Raramente al lavoro del levabolli deve seguire una fase di riverniciatura del veicolo. Infatti, le tecniche e gli strumenti impiegati da questi professionisti del settore sono quasi sempre sufficienti ad impedire alla vernice dell’auto di subire dei danneggiamenti che possano portare alla comparsa di crepe, bolle e screpolature.

E’ possibile ripristinare autonomamente la carrozzeria di un’auto colpita dalla grandine?

Sono recentemente entrati sul mercato alcuni prodotti che promettono di attutire e talvolta anche di eliminare i segni che la grandine ha lasciato sull’esterno di una vettura. Si tratta di piccoli e semplici congegni a leve che consentono di intervenire sulle ammaccature più superficiali agendo dall’interno. Naturalmente questo sistema non permette però di agire comodamente su tutte le parti scatolate.

In questi casi è possibile utilizzare un ingegnoso sistema dotato di ventose che consente di ‘’tirar fuori’’ in maniera molto semplice l’eventuale parte di carrozzeria ammaccata dalla grandine.

C’è da dire, naturalmente, che nessuno di questi strumenti può davvero considerarsi utile a rimuovere i segni di una grandinata, né tantomeno a sostituirsi in maniera totalmente soddisfacente alla figura del levabolli. Di conseguenza è ovvio che tali strumenti possano considerarsi realmente utili soprattutto ad intervenire su pochi segni non troppo marcati o semplicemente per attutire i danni più profondi rendendoli meno visibili.

L’alternativa rappresentata dal car wrapping

Il tetto delle vetture è diventato oggetto di sempre più frequenti personalizzazioni che coinvolgono i proprietari delle automobili sia in sede d’ordine, sia dando luogo a delle modifiche aftermarket. In particolare, oggi, sono sempre meno rare le vetture nuove dotate di un tetto verniciato in una tinta contrastante con il resto della carrozzeria.

Proprio questo effetto moda può risultare utile a quanti volessero occultare i danni provocati da una grandinata senza spendere una fortuna dal levabolli: molti installatori di pellicole per carrozzerie hanno infatti pensato di apporre sul tetto delle auto colpite dalla grandine (il tetto è, naturalmente, la parte dell’auto più interessata dalla violenza degli impatti della grandine sulla carrozzeria) un’apposita pellicola carbon-look capace di rendere molto meno visibili le ammaccature.

Naturalmente, anche in questo caso, si tratta di un rimedio non totalmente risolutivo e certamente non in grado di sostituirsi al lavoro del levabolli.

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