La rivoluzione stavolta parte dlall’India e non poteva essere diversamente visto che si tratta di una dei tanti protagonisti dei mercati emergenti e per le precisione di quei BRICS, termine coniato ormai 10 anni fa, da Jim O’Neil numero uno di Goldman Sachs, per riuscire a identificare i mercati che nel futuro avrebbero registrato le migliori performance. E in effetti ci è riuscito anche se a guardarli da vicino ei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica nella rivoluzione economica ci sono entrati in pieno anche se a ritmi diversi per ovvi motivi di eterogeneità.
Il Brasile è quello che attualmente sta difendendo meglio la leadership, vista anche la Russia in difficoltà con la sua canalizzazione verso un solo campo, quello degli energetici, mentre la Cina sta dando poche soddisfazioni a chi vedeva una sua crescita indefinita e continuata a due cifre che molti esperti danno sempre più stabile intorno a un range oscillante tra il 7% e l’8% annui. In coda il Sudafrica (sebbene sarebbe stato più lungimirante dire Sudamerica, ma non si può chiedere troppo). In questo caso a zavorrare la crescita i gravi disordini dei lavoratori attorno alle miniere d’oro e di pietre preziose (anche in questo caso il pericolo potrebbe trovarsi nella concentrazione sulle commodity che non stanno attraversando un grande periodo) e soprattutto sulla corruzione politica e le gravi problematiche sociali ancora presenti su tutto il territorio.
E l’India? In realtà quella del subcontinente è una storia contrastata tra arretratezza culturale, soprattuto nelle campagne e una presenza fortissima in un campo in pieno sviluppo, quello dell’informatica. E proprio in tale campo le società stanno tentando di ottimizzare le risorse creando una nuova figura, il minimanager. Di cosa si tratta? Per essere precisi è un escamotage adottato dalle aziende per riuscire a evitare troppe assunzioni che, in passato, arrivavano direttamente dalle università, indirizzate agli elementi migliori, per permettere una “riserva” continuata di forza lavoro sempre aggiornata in caso di nuove commissioni, anche con un anticipo di 6 mesi rispetto all’effettiva stipula del contratto. Adesso, invece, con un semplice aumento di stipendio, relativamente alto per il lavoratore ma minimo rispetto all’assunzione di una nuova risorsa in azienda, si crea la figura di minimanager, ovvero una persona altamente specializzata che si occupa di più progetti contemporaneamente.
Lo sviluppo delle azinede arriva con la possibilità di avere vasta manodopera specializzata a costi relativamente bassi. Adesso la situazione potrebbe vedere una pluralizzazione delle mansioni e un abbattimento dei costi da parte delle società. A cadere, sono anche le tempistiche, che permettono un’attuazione più immediata del progetto proprio perchè seguito in parallelo con altri.
Stop quindi, o almeno un freno notevole, sulle assunzioni fatte direttamente in università con tempistiche molto più lunghe. Al termine di questa “rivoluzione”, infatti, anche i laureati avranno la possibilità i avere a che fare con diverse realtà e sfruttare anche la possibilità di trovare nuove offerte più allettanti dalle stesse multinazionali, come ad esempio Google che negli ultimi anni è stata una realtà onnipresente in india.