I vincoli europei incentivano Veneto Banca

 

Nuovi vincoli per le banche eurpee e maggiori requisiti patrimoniali entro fine anno: questi i dettami che stanno muovendo il settore finanziario da fine 2013 e che proiettano verso una fine del 2014 che vedrà l’approvazione o meno da parte delle Autorità Sovrane della stabilità e dell’integrità delle singole realtà bancarie italiane e non. La ricerca di ottemperare ai fondamentali requisiti (tra cui un Core Tier 1 sopra il 7% dell’attivo entro il 2019 ed assets liquidabili a 30 giorni in caso di crisi) sembra aver messo in moto con largo anticipo i vertici di Veneto Banca che, attraverso il collocamento di bond a tre anni con cedola fissa al 4% (rendimento 4,125%), ha raccolto in appena tre ore 350 milioni di euro, ottenendo da Standard & Poor’s e Moody’s il giudizio di ‘investiment grade’.

Il progetto espansionistico dell’Ad Consoli

‘L’ottimo esito dell’operazione conferma l’interesse […] per il nostro Istituto’: queste le parole dall’Ad di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, alla luce del successo riscosso sul mercato dalla nuova emissione obbligazionaria. Consoli ha poi aggiunto come la fiducia dimostrata dalle istituzioni sia specchio di una dimensione finanziaria solida e promettente, una realtà che è andata ampliandosi nel corso degli ultimi quindici anni, con l’acquisizione sistematica di nuovi complessi bancari all’interno del gruppo. Dalla Popolare di Intra a Banca Apulia, passando per la Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, l’istituto di credito del Veneto ha giocato d’anticipo nel progetto di irrobustimento del proprio patrimonio, grazie non solo alle operazioni di acquisizione, ma operando anche la cessione di attività non ‘core’ (quali, ad esempio, la vendita del pacchetto di maggioranza in Bim).

Banca d’Italia su Veneto Banca

Operazioni degne di nota che, tuttavia, potrebbero non essere sufficienti per i rigidi parametri europei, motivo per cui Banca d’Italia ha provveduto ad incentivare il Cda di Veneto Banca al fine di valutare la possibilità di nuove integrazioni profittevoli. Banca d’Italia, inoltre, avrebbe avviato, a latere, accertamenti per verificare presunte ipotesi di violazioni ed irregolarità nella redazione e nelle stime del bilancio 2012 dell’istituto.
Insomma, che sia favorevole o contraria, Banca d’Italia nutre certo un interesse verso l’istituto di credito dell’est Italia che, con la scalata intrapresa da Consoli, da Banca di Asolo e Montebelluna a Veneto Banca, è riuscita ad entrare nel gruppo dei primi venti istituti bancari del Bel Paese e a guadagnarsene la fiducia.

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