Cura della cistite: la terapia farmacologica e i rimedi naturali

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La cistite è un’ infiammazione della vescica urinaria, organo dedicato alla raccolta dell’urina che colpisce con maggiore frequenza le donne poiché la loro uretra è più corta (circa 5 cm) di quella degli uomini (16 cm circa) e quindi è più alto per le donne il rischio di una contaminazione da parte dei batteri fecali. Si calcola che circa il 25% delle donne adulte soffre di cistite almeno una volta l’anno. L’incidenza della cistite aumenta con l’età: è molto bassa fino ai 20 anni, aumenta successivamente, influenzata da frequenza dell’attività sessuale e gravidanze, protraendosi fino dopo la menopausa. La cura della Cistite prevede accanto una terapia farmacologica una serie di norme igieniche-comportamentali utili per velocizzare la guarigione e prevenire le ricadute: assumere molta acqua per diluire la carica batterica responsabile della cistite, l’igiene intima è sempre indispensabile (soprattutto durante le mestruazioni e dopo il rapporto sessuale), evitare alimenti irritanti le vie urinarie (alcolici,caffè, cioccolato, peperoncino, spezie). La cura farmacologica è spesso coadiuvata, in special modo nei casi cronici e recidivanti, da rimedi naturali a base di erbe ed estratti. I rimedi di tale tipo più comuni sono: infusi di uva ursina (antibatterico naturale), infuso di gramigna (antisettico e calmante con proprietà diuretiche), estratto di mirtillo rosso (antibatterico e potenziatore delle difese immunitarie). Inoltre ci sono degli integratori alimentari costituiti da un complesso polifenolico (estratto altamente purificato di melagrana) e da D-mannosio.

Poiché la malattia è generalmente tenace e non recede facilmente la terapia farmacologica va accompagnata ad una appropriata dieta tesa ad eliminare le cause che generano l’infezione. La dieta deve perciò mirare ad un duplice scopo favorire una regolare evacuazione intestinale (in caso di stitichezza si ha un’eccessiva proliferazione di batteri nel colon che non vengono eliminati dall’evacuazione) e mantenere basso il ph delle urine (in ambiente acido i batteri non si moltiplicano). Vanno perciò somministrati molti liquidi ed alimenti ricchi di fibre ed anche nutrienti che abbassano il ph dell’urina come legumi, amidi e carni.

La vescica urinaria è un organo muscolare cavo situato nella cavità pelvica, posteriormente alle ossa pubiche, e destinato alla funzione di “serbatoio” dell’urina prodotta dai reni che vi arriva attraverso i due ureteri (uno del rene sinistro ed uno del rene destro). Dalla vescica l’urina viene periodicamente espulsa attraverso l’uretra.

Questo processo è detto minzione, e determina lo svuotamento dell’organo per mezzo di un riflesso del midollo spinale.
L’ampolla vescicale viene solitamente suddivisa in due regioni: fondo (o base), e collo. Sul fondo della vescica si trovano, uno per lato, gli sbocchi degli ureteri; la zona compresa tra questi e l’orifizio dell’uretra è denominata trigono vescicale.
La vescica è rivestita internamente da uno strato di mucosa impermeabile, detta urotelio, che si adatta alla sua forma variabile impedendo il riassorbimento dell’urina e svolge l’importante funzione di barriera protettiva nei confronti dell’urina stessa e di eventuali sostanze nocive in essa contenute.
La capacità della vescica è estremamente variabile, solitamente di circa 250/400 ml, ma che può arrivare fino a 2 l, in situazioni particolari.
In seguito a variazioni di pressione e di volume sulla parete vescicale, il tessuto muscolare che la costituisce – regolato dal sistema nervoso – si contrae portando all’espulsione dell’urina.
La vescica presenta infine marcate differenze nei due sessi: nelle donne si presenta di forma sferica, con un’uretra lunga soli 3 cm, mentre negli uomini è più sottile e allungata, con un’uretra di circa 16 cm. Nelle donne, inoltre, è situata direttamente sul pavimento pelvico, mentre nell’uomo risulta ancorata inferiormente alla prostata.

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